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Homeschooling, a Messina il primo meeting siciliano

In Sicilia sono appena una ventina, in Italia circa un migliaio. Assai meno degli Stati Uniti, dove raggiungono addirittura i 2 milioni, e della Gran Bretagna, dove sono 70mila. Sono gli homeschooler, le famiglie che decidono di non far frequentare la scuola ai figli per istruirli a casa. Tra loro c’è Maria Grazia Lia, in passato titolare di un’erboristeria a Spadafora (ME), mamma di tre ragazzi e organizzatrice del Primo Meeting siciliano di Homeschooling, che si svolgerà all’Oasi Azzurra di San Saba (Messina) i prossimi 19 e 20 settembre.

Biolis sarà partner dell’evento e ha deciso di fare qualche domanda a Maria Grazia per capire meglio di cosa si tratta e conoscere la sua esperienza.

Innanzitutto cosa è l’homeschooling? A quali età si rivolge e come si inserisce nell’ambito delle norme di legge? Quali sono le sue caratteristiche?

L’Homeschooling è la cosiddetta scuola familiare, cioè la possibilità da parte del genitore di impartire direttamente l’istruzione ai propri figli. Contrariamente a quel che si crede, in Italia non è obbligatoria la frequenza scolastica, bensì l’istruzione. Basta inviare ogni anno una comunicazione al sindaco o al dirigente  della direzione didattica di competenza, esprimendo la volontà di istruire i figli a casa. Per quanto riguarda i riferimenti legislativi, è la Costituzione stessa a darci dei punti fermi importanti. L’art. 30 infatti recita che: “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti”. Dunque l’istruzione, in Italia, nasce in famiglia. Poi abbiamo l’art 33, che dice: “L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento”. Dunque anche i genitori possono insegnare ai propri figli e, laddove lo ritengano necessario, avvalersi della collaborazione di figure esterne alla famiglia che coadiuvino i genitori nel percorso formativo. Infine l’art. 34 della Costituzione recita che “L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”. L’obbligo di istruzione in realtà arriva fino a 16 anni. Perciò fino a 16 anni il ragazzo può praticare l’istruzione familiare, poi diventa privatista e può effettuare gli esami di stato come tale.

Gli esami per bambini e ragazzi sono obbligatori al termine di ogni anno?

No, anche se fino a qualche tempo fa, essendo la legge non troppo chiara in materia, si credeva di sì. Secondo diverse circolari ministeriali, il ragazzo può sostenere l’esame di terza media entro i sedici anni, se vuole conseguire la licenza e/o continuare il percorso alle scuole superiori. Ma non c’è un obbligo. È un diritto di cui l’homeschooler può avvalersi, scegliendo una scuola di preferenza in cui sostenere l’esame e inviando una specifica richiesta ad essa.

Perché l’homeschooling? Quali sono i suoi PRO?

Beh, io ho tre figli e con tutti e tre ho intrapreso la strada della scuola parentale, quindi è normale che veda solo i vantaggi. In ogni caso, il principale vantaggio dell’homeschooling è che va incontro alle esigenze di chi decide di vivere la famiglia in maniera più piena. La scuola rischia di spezzare il rapporto familiare, soprattutto quando il bambino segue il tempo pieno: quando torna a casa nel tardo pomeriggio, resta ben poca energia per approfondire il rapporto affettivo e condividere dei momenti insieme. L’altro vantaggio riguarda il profilo dell’istruzione e dell’apprendimento vero e proprio. Se chiediamo ai bambini se amano andare a scuola, in molti diranno di “no”. Eppure il bambino per sua natura è curioso e pieno di voglia di conoscere. Uno dei fondamenti dell’homeschooling è che non spegne la passione per l’apprendimento del bambino, perché segue in maniera informale i suoi ritmi e la sua sete di conoscenza. Purtroppo con l’ingresso a scuola questo non sempre avviene, perché vengono imposti tempi, materie, nozioni che magari in quel momento o in quella fascia di età il bambino non ha ancora fatto proprie. Magari non è pronto per la numerazione, magari non è pronto per la scrittura. Curioso il bambino lo è per certo, ma spesso non con i tempi del programma scolastico.

La prima obiezione che viene in mente pensando all’istruzione a casa è che il bambino, non andando a scuola, potrebbe perdere un momento importante di socializzazione. Cosa puoi rispondere?

Beh, quello della scuola è un momento di socializzazione forzata. Il bambino è costretto a restare 5/6 ore dentro una classe con bambini della stessa età. Bambini che non sceglie. Un bambino che fa homeschooling o scuola parentale, invece, impara a rapportarsi con individui di qualsiasi età senza alcun preconcetto. Poi ogni bambino ha le sue passioni, che i genitori fanno in modo di incoraggiare e coltivare: che sia la musica, che sia lo sport, saranno dei momenti di socializzazione. Momenti che si vanno a unire con quelli che vivrà grazie alla famiglia. Ritengo che il modo di porsi del bambino, al di là del carattere, dipenda molto dalla famiglia: se la famiglia è chiusa, il bambino sarà chiuso. Se la famiglia invece è aperta, il bambino sarà ricettivo e aperto verso gli altri.


Homeschooling a casa di Maria Grazia

Tu sei una homeschooler. Puoi raccontarci un po’ la tua esperienza e come ti sei organizzata?

Come già accennato, ho tre figli e con tutti e tre abbiamo fatto homeschooling. Con il più grande, il percorso si è concluso con la sua scelta di entrare alla scuola superiore. Posso dire che il mio approccio è cambiato nel tempo, con l’esperienza e a seconda delle necessità e peculiarità di ciascuno dei miei figli, che hanno approcci e passioni diverse. Quando ho cominciato con il primo, non avevo neanche un pc. Lavoravo – ho gestito un’erboristeria per 19 anni – e devo dire che buona parte della socializzazione avveniva in negozio. Il bambino partecipava attivamente, già da molto piccolo, all’attività: stava alla cassa; mi aiutava a catalogare le piante; preparavamo le tisane insieme. La mattina dedicavamo un’ora alla vera e propria didattica, supportati da due libri che avevo acquistato: uno di matematica e uno di italiano. Poi crescendo abbiamo cercato di seguire interessi e curiosità, e di approfondire gli argomenti a partire da quelle: ad esempio, resici conto della sua passione per la geografia, abbiamo comprato una cartina enorme su cui lui passava ore e ci siamo abbonati alla rivista Bell’Italia. La geografia l’abbiamo studiata così e l’abbiamo unita a un’altra sua passione, quella per la cucina, parlando, ad esempio, di piatti e cucine regionali. La mattina, col tempo, è diventata un punto fermo per lo studio, ma non siamo mai rimasti troppo attaccati ai programmi didattici, procedendo a tematiche e facendo collegamenti poi tra le varie discipline. Quando lui ha deciso di sostenere l’esame di terza media ed è arrivato il momento di prepararci, ci siamo resi conto che tanti argomenti li avevamo già approfonditi; abbiamo studiato i restanti, ma sempre a modo nostro, usando mappe, focalizzandoci sui personaggi – abbiamo studiato tante biografie- e seguendo un approccio multidisciplinare. 


Homeschooling a casa di Maria Grazia

Parlaci dell’evento del prossimo fine-settimana (sotto il programma). Come è nato? Come sarà strutturato?

Già da circa cinque-sei anni avevo il desiderio di riunire le esperienze delle famiglie di homeschooler del Sud Italia, ma i contatti erano pochi e l’organizzazione complicata. Quest’anno siamo stati a “S-cool”, l’evento nazionale degli homeschooler italiani che si svolge a Rimini. I bambini si sono divertiti, hanno conosciuto molte famiglie che stanno seguendo un percorso simile al nostro, e per me è stata un’occasione per scambiare esperienze e saldare contatti che fino a quel momento avevo tenuto solo tramite web. Quest’esperienza ha accresciuto molto la mia intenzione di organizzare un evento tutto siciliano, motivata anche dal fatto che tante persone-  famiglie, così come giovani coppie senza figli - negli ultimi tempi mi hanno scritto, chiedendomi informazioni sull’homeschooling e sulla mia esperienza. Ho pensato che i tempi fossero maturi e da qui l’evento del prossimo weekend. Il meeting sarà diviso in una due-giorni. Sabato 19 settembre sarà la giornata dedicata alle conferenze: tra gli ospiti avremo anche diversi interventi in video-conferenza di homeschooler, tra cui Erika di Martino, la persona che al momento sta contribuendo maggiormente alla diffusione dell’homeschooling a livello nazionale; ci sarà un intervento dedicato alla comunicazione non violenta, perché credo che sia fondamentale in un percorso non solo di homeschooling, ma in generale anche familiare; per i bambini ci saranno laboratori di giocoleria e momenti di svago. La domenica, invece, sarà il momento della festa, il cosiddetto “Not back to school”: la mattina ci sarà il mercatino di baratto per adulti e bambini; il pomeriggio la festa al mare con canti, giochi e condivisione.

Cosa ti aspetti da questo evento?

Mi aspetto che le famiglie di homeschooler facciano più rete in Sicilia, perché siamo molto sparsi e ci vediamo poco. E sicuramente mi auguro anche che partecipino persone che hanno dubbi sulla nostra scelta, per potere sfatare qualche pregiudizio.

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Se volete saperne di più di homeschooling, a questo link trovate una serie di blog di famiglie homeschooler, compreso quello tenuto da Maria Grazia e dalla sua famiglia, 5 Passi dal Mare.

https://istruzionefamiliare.wordpress.com/blog/

 

Per maggiori informazioni sull’evento, potete dare un’occhiata su Facebook a questo link: https://www.facebook.com/events/698094703668571/708977755913599/

o al blog: http://meetinghomeschoolingsicilia.blogspot.it/